martedì 8 ottobre 2013
Saipem -esplosione al rialzo o al ribasso?
Della situazione Saipem si è scritto molto dopo aver archiviato il secondo trimestre con una perdita di 685 mln La società italiana nata da una costola di Eni dovrebbe chiudere l'anno con 13 mld di ricavi ,pareggio a livello di utile operativo e una perdita netta di 300-350 mln di euro.
Sembra confermata la sentenza per corruzione delle autorità nigeriane con relative multe etc.. MA a noi ci interessa la situazione tecnica , la convergenza delle medie a 4 , 18 e 40 periodi , preludono senz'altro ad una reazione in che direzione si vada non è dato saperlo . comunque teniamola d'occhio , in fondo si tratta di una società connessa alla ricerca di petrolio che ha sempre fatto utili negli anni e siamo sicuri continuerà a farli Nel grafico sotto la nuvoletta rossa sottolinea la convergenza delle medie esponenziali
martedì 1 ottobre 2013
come guadagnare in borsa: SeSa va al mercato principale
Ed ora parliamo di SES
di Guido Bellosta | 10/09/13 17:52 | servizio Lombardreport.com
SESA-sigla borsistica SES- è un gruppo leader italiano specializzato nella distribuzione di soluzioni IT a valore aggiunto per le imprese. Integra l’ offerta dei global leading brand del settore. Controlla Computer Gross Italia Spa e VAR Group Spa.
La societa’ SeSa è quotata sull’AIM italiano da un anno circa dove è facilmente trattabile per multipli di 150 azioni. Ma ha gia’ chiesto la quotazione sul MTA e probabilmente tra un paio di mesi sara’ sul largo mercato.
Controllata con il 66,44% da ITH ha un flottante del 33,56%
SeSA non è una piccola societa’. Il bilancio approvato quest’ oggi ( l’ esercizio e’ sfasato di 4 mesi rispetto alla maggioranza delle societa’ e chiude il 30 aprile di ogni anno ) mostra un fatturato di 823 milioni di euro ( 812 nell’ anno precedente ), una EBITDA consolidata di 44,2 milioni ( 41,3 ), un utile netto consolidato di 20,6 milioni ( 17,2 milioni ).
L’utile netto della capogruppo e’ di 19,906 milioni. Di tale utile verranno distribuiti solo 6,469 milioni con il pagamento di un dividendo di 0,45 euro previsto all’ inizio di ottobre.
I rapporti di p/e sembrano decisamente contenuti. SES capitalizza infatti 145 milioni. Con un utile di 20 milioni mostra un rapporto P/E di 7,25 interessante per una societa’ che ha visto crescere l’ utile del 20% in un anno difficile. Il dividendo di 0,45 euro per una azione che quota 10,60 euro supera il 4% ( e rappresenta meno di un terzo dell’utile ).
SES è stranamente parzialmente ignorata dagli organi di stampa, specialmente a livello di tabelle e quotazioni. Il Sole 24 ore, ad esempio, nella tabella di AIM ITALIA non segnala neppure la capitalizzazione. E taluni quotidiani italiani – non specializzati in finanza – non riportano le quotazioni di AIM Italia.
Il largo pubblico degli analisti e dei commentatori la scoprira’ soltanto quando passera’ sul largo mercato. Ma nel frattempo l’ ascesa del titolo, salito del 10% dalla quotazione avvenuta un anno fa, potrebbe proseguire. Gli scambi sono discreti. Oggi sono passate di mano 25.000 circa azioni ( per un controvalore di 250.000 euro ). Io stesso ne ho acquistate alcune dopo la lettura del comunicato sociale.
Finora la manina che rastrellava i titoli in vendita era la stessa societa’ che da tempo ha in atto un consistente buy back. Sfruttera’ le azioni che rastrella per eventuali acquisti, anche se, come scritto, non ha problemi finanziari avendo una posizione finanziaria netta di 20,7 milioni .
Oggi sul mercato era presente un ordine asteriscato a 10,75 euro. Forse della stessa societa’ interessata a temperare i rialzi in quanto pregiudicherebbero il buy back.
SES ha anche dei warrant quotati sul mercato. Il regolamento di tali warrant e’ estremamente astruso e ci va la pazienza di Giobbe per cercare di comprendere come vengono modificati i prezzi di esercizi anche per persone solitamente avvezze a valutare i warrant. Secondo me il warrant è caro. Potrebbe invece diventare interessante se l’ azione superasse quota 13,30 euro in quanto aumenterebbe l’ effetto leva. Le azioni con un dividendo superiore al 4%, ed un P/E di 7,25 sono molto meno rischiose..
Fin qui il Guidone nazionale, io stasera (stanotte) sto troppo stanco per ogni considerazione ,avrò modo di tornarci nei prossimi giorni il momento è delicato , alcuni ministri del PDL potrebbero dimettersi e dare il via
ad una crisi di governo , veramente da irresponsabili , la borsa stamani è scesa ed è salito lo spread , basterebbe questo a far capire quanto siano irresponsabili !
Val la pena in questo clima investire ancora nella bisca? Chissà...
martedì 24 settembre 2013
Quella gran topa di Retelit
e' l'ora dei titolini? se continua i rush di piazza Affari , molte small e midcap potrebbero divenire interessanti
postiamo un'analisi di Guidone Bellosta , che riporta a sua volta un articolo di Milano Finanza, avremo modo di tornarci ...
postiamo un'analisi di Guidone Bellosta , che riporta a sua volta un articolo di Milano Finanza, avremo modo di tornarci ...
Retelit: presentazione a Lugano e paginona su Milano Finanzadi Guido Bellosta lombardreport.com
di Guido Bellosta | 21/09/13 10:56 | servizio Lombardreport.com
Milano Finanza ha un titolo a tutta pagina,molto eloquente:“RETELIT REGINA DELLA FIBRA”. Anticipa la chiusura in utile del prossimo esercizio,,lo sfruttamento dell’opzione WIMEX-che comporta un flusso di cassa di 27,5 milioni)
L’articolo ricorda l’analisi,gia’ dettagliatamente esaminata su queste colonne,di Assiteca che valuta l’azione a 0,75 euro-nella peggiore ipotesi- o 1,25,nella migliore ipotesi e ricorda che la societa’ non ha azionista di maggioranza. Una situazione non usuale in Italia.
Aggiungiamo noi che i recenti astronomici scambi ( le azioni passate di mano in una seduta sono passate da 150.000 a 2.000.000 con punte superiori ai tre milioni) sono dovute, a mio solo giudizio,al passaggio di mano del pacchetto Sirti,l’unica con le Poste libiche , a detenere prima il 15% del capitale e èercio’ l’unica che poteva vendere simili quantita’. Dovrebbero mancare ancora 5-7 milioni di titoli da vendere,se questa ipotesi fosse corretta. Sirti ha in carico le azioni,piu’ volte svalutate, a 0,48 e notoriamente vuole liquidita’. Sirti ha forse trovato un fondo che ritirarasse queste azioni. Quando l’operazione finira’ l’azione Retelit non sara’ piu’ gravata dall’incubo del pacchetto Sirti e potra’ finalmente tornare al centro dell’attenzione degli investitori.
A Lugano si è parlato anche di SeSA,l’ultima new entry del nostro mini-portafoglio. Si avvicina lo stacco del dividendo (7 ottobre circa) di 0,45 euro.Il business prosegue molto bene. Intermonte e’ uscita,una settimana dopo il nostro consiglio di acquisto, con un target price di 14,50 euro.
A fine ottobre-inizio novembre la Consob dovrebbe promuovere SeSa dall’AIM al largo mercato. Fondi e gestori allora la scopriranno…..meglio averli anticipati.
mercoledì 18 settembre 2013
Metro Ag vale già un BUY
Aspettando l'esito delle elezioni tedesche
che sembrerebbero confermare la vittoria della Merkel su segnalazione dell'amico Not che l'aveva messo fra i titoli europei con più prospettive le gnokke di morgan Stanley il titolo sembra caro a livello di ratios scambia a 67 vole l'utile annuo , ma la situazione tecnica è positiva nel grafico sotto : i prezzi scendono una prima volta sotto la EMA a 18 periodi , per poi tornare sopra di essa generando un segnale d i BUY, attenti alla resistenza posta in area 30,703
che sembrerebbero confermare la vittoria della Merkel su segnalazione dell'amico Not che l'aveva messo fra i titoli europei con più prospettive le gnokke di morgan Stanley il titolo sembra caro a livello di ratios scambia a 67 vole l'utile annuo , ma la situazione tecnica è positiva nel grafico sotto : i prezzi scendono una prima volta sotto la EMA a 18 periodi , per poi tornare sopra di essa generando un segnale d i BUY, attenti alla resistenza posta in area 30,703
domenica 8 settembre 2013
le strane previsioni dell'Ocse sull'Italia
L’ITALIA, LA PECORA NERA DELLA CRESCITA G7
Sulla base delle Oecd Interim Projections (previsioni intermedie, formulate sulla base di un insieme più piccolo di indicatori rispetto a quelle ufficiali di maggio e novembre) ci sono pochi dubbi: l’Italia è la pecora nera dei paesi G7. Come già nel 2012, anche nel 2013 sarà l’unico paese con una crescita negativa. Sul fatto che l’Italia cresca meno degli altri non ci piove, e certamente non da oggi, purtroppo. C’è invece qualcosa da dire sulle previsioni di dettaglio dell’Ocse che portano a indicare la crescita 2013 a -1,8 per cento. I numeri dell’Ocse – riassunti nella tabella sotto – derivano da previsioni sull’andamento del Pil trimestrale dei vari paesi.
Per l’Italia il dato prevede una crescita di poco inferiore allo zero sia nel terzo che nel quarto trimestre (il -0,4 per cento del terzo trimestre e il -0,3 per cento del quarto sono dati annualizzati che corrispondono circa a -0,1 in termini delle variazioni trimestrali solitamente riportate dall’Istat).
LA RIPRESA ARRIVA O NO?
Sono numeri diversi da quelli più positivi a cui si erano riferiti nel mese di luglio sia il ministro dell’Economia Saccomanni che il governatore della Banca d’Italia Visco. C’è qualcosa che i tecnici indipendenti dell’Ocse sanno e che invece i responsabili della politica economica italiana non sanno, non capiscono o peggio ancora celano all’opinione pubblica? È possibile. Certo però che le previsioni dell’Ocse – le Interim projections –sono piuttosto singolari se confrontate con i dati relativi agli indicatori anticipatori del futuro andamento del Pil – riassunti nel cosiddetto super-indice – che proprio l’Ocse ha diffuso nel mese di agosto. Il super-indice dell’Italia infatti mostra il seguente andamento, inclusivo di un significativo commento a titolo del grafico.
Fonte: Oecd composite leading indicators – 8 August 2013
Dal grafico si vede che il super-indice dell’Italia ha raggiunto e superato il magico valore di 100 tra la fine del primo e l’inizio del secondo trimestre 2013 (esattamente da aprile 2013). E quando il super-indice va oltre il 100 in un dato periodo ci si può aspettare un segno “più” nell’andamento del Pil dopo circa sei mesi, cioè nel quarto trimestre 2013. Da cui il titolo del grafico sul “positive change of momentum” che nel gergo tecnico dei misuratori del ciclo economico segnala una inversione di tendenza. Peraltro, nell’andamento del super-indice non c’è niente di magico. Due dei sei indicatori usati per costruirlo sono gli ordinativi dell’industria che hanno cominciato a mostrare segni positivi a partire dal mese di marzo. I dati hanno continuato a essere positivi anche in aprile e maggio (i dati di giugno e luglio sugli ordini saranno resi noti dall’Istat solo il 20 settembre dopo la – inusualmente lunga – pausa estiva). Se la tendenza positiva degli indicatori anticipatori del ciclo sarà confermata nei prossimi mesi, arriverà la ripresa e sarà confermato l’ottimismo di Saccomanni e Visco, così come indicano anche l’evoluzione positiva di altre variabili come la fiducia delle famiglie e delle imprese.
STATISTICHE: ISTRUZIONI PER l’USO
Il balletto delle cifre sulla ripresa eventuale o prossima ventura suggerisce una considerazione più generale. L’incertezza sull’evoluzione futura dell’economia italiana dopo una lunga e pesante recessione è probabilmente ineliminabile. Ma l’alternarsi di notizie e analisi contrastanti da parte delle istituzioni preposte alla formulazione delle previsioni – specie se non adeguatamente presentate all’opinione pubblica – contribuisce a rafforzare l’opinione purtroppo condivisa da molti politici ed elettori che dei dati non ci si può fidare perché tanto sono nelle mani di una casta di sacerdoti o, come usava dire l’ex ministro Tremonti, di maghi che appaiono snocciolare numeri tirati fuori da un cappello e non da un computer o da indagini campionarie. Se chi produce dati calcolasse gli effetti collaterali di produrre numeri poco comprensibili e che si contraddicono in modo poco trasparente nel tempo, la qualità del dibattito pubblico ne guadagnerebbe molto.
Francesco Daveri voce.info
Sulla base delle Oecd Interim Projections (previsioni intermedie, formulate sulla base di un insieme più piccolo di indicatori rispetto a quelle ufficiali di maggio e novembre) ci sono pochi dubbi: l’Italia è la pecora nera dei paesi G7. Come già nel 2012, anche nel 2013 sarà l’unico paese con una crescita negativa. Sul fatto che l’Italia cresca meno degli altri non ci piove, e certamente non da oggi, purtroppo. C’è invece qualcosa da dire sulle previsioni di dettaglio dell’Ocse che portano a indicare la crescita 2013 a -1,8 per cento. I numeri dell’Ocse – riassunti nella tabella sotto – derivano da previsioni sull’andamento del Pil trimestrale dei vari paesi.
Per l’Italia il dato prevede una crescita di poco inferiore allo zero sia nel terzo che nel quarto trimestre (il -0,4 per cento del terzo trimestre e il -0,3 per cento del quarto sono dati annualizzati che corrispondono circa a -0,1 in termini delle variazioni trimestrali solitamente riportate dall’Istat).
LA RIPRESA ARRIVA O NO?
Sono numeri diversi da quelli più positivi a cui si erano riferiti nel mese di luglio sia il ministro dell’Economia Saccomanni che il governatore della Banca d’Italia Visco. C’è qualcosa che i tecnici indipendenti dell’Ocse sanno e che invece i responsabili della politica economica italiana non sanno, non capiscono o peggio ancora celano all’opinione pubblica? È possibile. Certo però che le previsioni dell’Ocse – le Interim projections –sono piuttosto singolari se confrontate con i dati relativi agli indicatori anticipatori del futuro andamento del Pil – riassunti nel cosiddetto super-indice – che proprio l’Ocse ha diffuso nel mese di agosto. Il super-indice dell’Italia infatti mostra il seguente andamento, inclusivo di un significativo commento a titolo del grafico.
Fonte: Oecd composite leading indicators – 8 August 2013
Dal grafico si vede che il super-indice dell’Italia ha raggiunto e superato il magico valore di 100 tra la fine del primo e l’inizio del secondo trimestre 2013 (esattamente da aprile 2013). E quando il super-indice va oltre il 100 in un dato periodo ci si può aspettare un segno “più” nell’andamento del Pil dopo circa sei mesi, cioè nel quarto trimestre 2013. Da cui il titolo del grafico sul “positive change of momentum” che nel gergo tecnico dei misuratori del ciclo economico segnala una inversione di tendenza. Peraltro, nell’andamento del super-indice non c’è niente di magico. Due dei sei indicatori usati per costruirlo sono gli ordinativi dell’industria che hanno cominciato a mostrare segni positivi a partire dal mese di marzo. I dati hanno continuato a essere positivi anche in aprile e maggio (i dati di giugno e luglio sugli ordini saranno resi noti dall’Istat solo il 20 settembre dopo la – inusualmente lunga – pausa estiva). Se la tendenza positiva degli indicatori anticipatori del ciclo sarà confermata nei prossimi mesi, arriverà la ripresa e sarà confermato l’ottimismo di Saccomanni e Visco, così come indicano anche l’evoluzione positiva di altre variabili come la fiducia delle famiglie e delle imprese.
STATISTICHE: ISTRUZIONI PER l’USO
Il balletto delle cifre sulla ripresa eventuale o prossima ventura suggerisce una considerazione più generale. L’incertezza sull’evoluzione futura dell’economia italiana dopo una lunga e pesante recessione è probabilmente ineliminabile. Ma l’alternarsi di notizie e analisi contrastanti da parte delle istituzioni preposte alla formulazione delle previsioni – specie se non adeguatamente presentate all’opinione pubblica – contribuisce a rafforzare l’opinione purtroppo condivisa da molti politici ed elettori che dei dati non ci si può fidare perché tanto sono nelle mani di una casta di sacerdoti o, come usava dire l’ex ministro Tremonti, di maghi che appaiono snocciolare numeri tirati fuori da un cappello e non da un computer o da indagini campionarie. Se chi produce dati calcolasse gli effetti collaterali di produrre numeri poco comprensibili e che si contraddicono in modo poco trasparente nel tempo, la qualità del dibattito pubblico ne guadagnerebbe molto.
Francesco Daveri voce.info
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