L’ITALIA, LA PECORA NERA DELLA CRESCITA G7
Sulla base delle Oecd Interim Projections (previsioni intermedie, formulate sulla base di un insieme più piccolo di indicatori rispetto a quelle ufficiali di maggio e novembre) ci sono pochi dubbi: l’Italia è la pecora nera dei paesi G7. Come già nel 2012, anche nel 2013 sarà l’unico paese con una crescita negativa. Sul fatto che l’Italia cresca meno degli altri non ci piove, e certamente non da oggi, purtroppo. C’è invece qualcosa da dire sulle previsioni di dettaglio dell’Ocse che portano a indicare la crescita 2013 a -1,8 per cento. I numeri dell’Ocse – riassunti nella tabella sotto – derivano da previsioni sull’andamento del Pil trimestrale dei vari paesi.
Per l’Italia il dato prevede una crescita di poco inferiore allo zero sia nel terzo che nel quarto trimestre (il -0,4 per cento del terzo trimestre e il -0,3 per cento del quarto sono dati annualizzati che corrispondono circa a -0,1 in termini delle variazioni trimestrali solitamente riportate dall’Istat).
LA RIPRESA ARRIVA O NO?
Sono numeri diversi da quelli più positivi a cui si erano riferiti nel mese di luglio sia il ministro dell’Economia Saccomanni che il governatore della Banca d’Italia Visco. C’è qualcosa che i tecnici indipendenti dell’Ocse sanno e che invece i responsabili della politica economica italiana non sanno, non capiscono o peggio ancora celano all’opinione pubblica? È possibile. Certo però che le previsioni dell’Ocse – le Interim projections –sono piuttosto singolari se confrontate con i dati relativi agli indicatori anticipatori del futuro andamento del Pil – riassunti nel cosiddetto super-indice – che proprio l’Ocse ha diffuso nel mese di agosto. Il super-indice dell’Italia infatti mostra il seguente andamento, inclusivo di un significativo commento a titolo del grafico.
Fonte: Oecd composite leading indicators – 8 August 2013
Dal grafico si vede che il super-indice dell’Italia ha raggiunto e superato il magico valore di 100 tra la fine del primo e l’inizio del secondo trimestre 2013 (esattamente da aprile 2013). E quando il super-indice va oltre il 100 in un dato periodo ci si può aspettare un segno “più” nell’andamento del Pil dopo circa sei mesi, cioè nel quarto trimestre 2013. Da cui il titolo del grafico sul “positive change of momentum” che nel gergo tecnico dei misuratori del ciclo economico segnala una inversione di tendenza. Peraltro, nell’andamento del super-indice non c’è niente di magico. Due dei sei indicatori usati per costruirlo sono gli ordinativi dell’industria che hanno cominciato a mostrare segni positivi a partire dal mese di marzo. I dati hanno continuato a essere positivi anche in aprile e maggio (i dati di giugno e luglio sugli ordini saranno resi noti dall’Istat solo il 20 settembre dopo la – inusualmente lunga – pausa estiva). Se la tendenza positiva degli indicatori anticipatori del ciclo sarà confermata nei prossimi mesi, arriverà la ripresa e sarà confermato l’ottimismo di Saccomanni e Visco, così come indicano anche l’evoluzione positiva di altre variabili come la fiducia delle famiglie e delle imprese.
STATISTICHE: ISTRUZIONI PER l’USO
Il balletto delle cifre sulla ripresa eventuale o prossima ventura suggerisce una considerazione più generale. L’incertezza sull’evoluzione futura dell’economia italiana dopo una lunga e pesante recessione è probabilmente ineliminabile. Ma l’alternarsi di notizie e analisi contrastanti da parte delle istituzioni preposte alla formulazione delle previsioni – specie se non adeguatamente presentate all’opinione pubblica – contribuisce a rafforzare l’opinione purtroppo condivisa da molti politici ed elettori che dei dati non ci si può fidare perché tanto sono nelle mani di una casta di sacerdoti o, come usava dire l’ex ministro Tremonti, di maghi che appaiono snocciolare numeri tirati fuori da un cappello e non da un computer o da indagini campionarie. Se chi produce dati calcolasse gli effetti collaterali di produrre numeri poco comprensibili e che si contraddicono in modo poco trasparente nel tempo, la qualità del dibattito pubblico ne guadagnerebbe molto.
Francesco Daveri voce.info
domenica 8 settembre 2013
martedì 3 settembre 2013
Eni a rischio zero (o quasi)
Di eni è inutile parlare dato quanto è conosciuta la società petrolifera italiana, rispondendo all'amico Not che me l'aveva segnalata per il dividendo
Abbiamo deciso di entrarci a 17,42 € prezzo di questo momento ;con contemporanea vendita di 4 contratti call a 0,60 stryke 17 per un totale di incasso di 1200 euro , salvo tobin tax ed altre tasse ...
la risposta premi è il 20 di settembre con conseguente perdita del dividendo che stacca il 23 settembre , cosa aggirabile aumentando la data del contratto es. si può sceglier una scadenza ad ottobre nel graficuzzo sotto si dimostra come eni sia già un buy e comunque ci pariamo il sederino con le opzioni bye!
Abbiamo deciso di entrarci a 17,42 € prezzo di questo momento ;con contemporanea vendita di 4 contratti call a 0,60 stryke 17 per un totale di incasso di 1200 euro , salvo tobin tax ed altre tasse ...
la risposta premi è il 20 di settembre con conseguente perdita del dividendo che stacca il 23 settembre , cosa aggirabile aumentando la data del contratto es. si può sceglier una scadenza ad ottobre nel graficuzzo sotto si dimostra come eni sia già un buy e comunque ci pariamo il sederino con le opzioni bye!
venerdì 23 agosto 2013
AFLAC: l'anatra paga sempre
E' dal 1973 che Aflac paga i dividendi
da notare come dal 21/08 sia ex-dividend , fa parte del ns. portf
Declared record payable amount class
Declared record payable amount class
07/30/2013 08/21/2013 09/03/2013 0.35 Regular Cash
04/24/2013 05/22/2013 06/03/2013 0.35 Regular Cash
02/05/2013 02/15/2013 03/01/2013 0.35 Regular Cash
10/23/2012 11/14/2012 12/03/2012 0.35 Regular Cash
07/24/2012 08/15/2012 09/04/2012 0.33 Regular Cash
04/24/2012 05/16/2012 06/01/2012 0.33 Regular Cash
01/31/2012 02/15/2012 03/01/2012 0.33 Regular Cash
10/26/2011 11/16/2011 12/01/2011 0.33 Regular Cash
07/27/2011 08/17/2011 09/01/2011 0.3 Regular Cash
04/27/2011 05/18/2011 06/01/2011 0.3 Regular Cash
02/01/2011 02/15/2011 03/01/2011 0.3 Regular Cash
08/10/2010 11/17/2010 12/01/2010 0.3 Regular Cash
07/27/2010 08/18/2010 09/01/2010 0.28 Regular Cash
04/27/2010 05/19/2010 06/01/2010 0.28 Regular Cash
02/02/2010 02/16/2010 03/01/2010 0.28 Regular Cash
10/28/2009 11/18/2009 12/01/2009 0.28 Regular Cash
07/29/2009 08/19/2009 09/01/2009 0.28 Regular Cash
04/29/2009 05/20/2009 06/01/2009 0.28 Regular Cash
10/23/2008 02/18/2009 03/02/2009 0.28 Regular Cash
10/23/2008 11/19/2008 12/01/2008 0.24 Regular Cash
07/23/2008 08/20/2008 09/02/2008 0.24 Regular Cash
04/23/2008 05/21/2008 06/02/2008 0.24 Regular Cash
01/29/2008 02/20/2008 03/03/2008 0.24 Regular Cash
10/23/2007 11/16/2007 12/03/2007 0.205 Regular Cash
07/24/2007 08/17/2007 09/04/2007 0.205 Regular Cash
04/24/2007 05/18/2007 06/01/2007 0.205 Regular Cash
domenica 18 agosto 2013
Bank of America : secondo me è ancora presto
Dando uno sguardo alle banche statunitensi , una delle più gettonate è BAC (Bank of America).
cresciuta di ben l'80% nell'ultimo anno , sembra un po' cara a livello di p/e 30 volte gli utili di un anno
la situazione tecnica è tuttavia interessante dopo aver violato una prima volta la EMA a 18 periodi il 7 di agosto
per poi tornare sopra di essa l'ha ribucata in questi giorni , ma può tornare interessante se la risupera..prox resistenza a 14.76 $ (freccia rossa). Okkio al ritracciamento a 14.327 , perduti i quali siamo in caduta
libera , mentre il superamento dell'ultimo ritracciamento a 15.009 darebbe la via alle praterie
nel grafico sotto ...
per poi tornare sopra di essa l'ha ribucata in questi giorni , ma può tornare interessante se la risupera..prox resistenza a 14.76 $ (freccia rossa). Okkio al ritracciamento a 14.327 , perduti i quali siamo in caduta
libera , mentre il superamento dell'ultimo ritracciamento a 15.009 darebbe la via alle praterie
nel grafico sotto ...
domenica 11 agosto 2013
Le gnokke di Morgan Stanley
Tra
i titoli azionari individuati dagli analisti di Morgan Stanley, in quanto
trattano con un P/E "normalizzato" modesto, vi sono in particolare Aegon, Axa, Bhp Billiton, Bnp Paribas, Credit Suisse, Edp, Gas
Natural, Kbc, Lafarge, Mapfre, Metro, Royal Dutch Shell e Vinci.
Unico nome italiano per il momento resta Eni, sul
quale Morgan Stanley esprime un "overweight", sovrappesare, che a
fronte di un Roe mediamente pari al 14,6% negli ultimi otto anni presenta al
momento un Roe del 10,1% e un P/E "normalizzato"
di 8,6 volte.
Buon trading.
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